Effetti dell’istituzionalizzazione sulla sua struttura e sul funzionamento dell’amigdala.

L’amigdala di bambini e adolescenti istituzionalizzati subirebbe delle modificazioni strutturali e funzionali a causa, sembra, della deprivazione.

L’ amigdala è una struttura implicata nella elaborazione e nella risposta di informazioni di tipo emotivo (Davis & Whalen, 2001) ed è sensibile a precoci eventi stressanti o negativi sia negli animali che negli umani (Suomi, 1997; Teicher, Andersen, Polcari, Anderson, Navalta & Kim, 2003).

Mehta e colleghi (2009) hanno cercato di esaminare la relazione tra l’amigdala e la deprivazione dovuta all’istituzionalizzazione.
Il campione utilizzato dai ricercatori era di 14 adolescenti presi dai 165 dell’ English and Romanian Adoptees Study (ERA). Il confronto venne fatto tra il gruppo di adolescenti romeni (adottati da famiglie in Gran Bretagna) e un gruppo di controllo mai istituzionalizzato di 11 partecipanti. Oltre ad un volume ridotto della materia bianca e grigia, il gruppo precedentemente istituzionalizzato presentava un’ amigdalarelativamente più grande comparata al controllo, particolarmente nella parte destra. L’ amigdala sinistra risultava essere l’unica regione che correlava in modo significativo con il tempo trascorso in orfanotrofio. Quelli con volume dell’ amigdala sinistra minore avevano trascorso più tempo in istituto.

Tottenham e colleghi (2010), invece, si sono posti come obbiettivo di esaminare lo sviluppo delle strutture limbiche, con l’utilizzo della risonanza magnetica (MRI), e la regolazione delle emozioni in bambini che hanno vissuto avversità precoci. Il campione era composto da 78 partecipanti (38 precedentemente istituzionalizzati, 40 mai istituzionalizzati). L’ amigdala in questi bambini aveva uno sviluppo anormale e correlava con la durata della permanenza in orfanotrofio. Il tipo di cure offerte in un istituto vengono quindi viste come uno fattore di stress psicologico per i bambini che influenza la traiettoria evolutiva di un importante sistema neuro anatomico coinvolto nell’elaborazione delle emozioni. Da notare inoltre la forza di questo effetto che rimaneva visibile anche dopo anni dall’abbandono dell’istituto dopo l’affidamento.

Gli studiosi hanno inoltre misurato le differenze nella regolazione del comportamento durante la presentazione di stimoli sociali emotivamente attivanti. Tutti i bambini mostravano una performance migliore quando il blocco di stimoli conteneva espressioni facciali positive e quando le espressioni emotive erano i target rispetto a quando erano i distrattori. Nonostante ciò i bambini che avevano passato più tempo in istituto facevano più errori nei blocchi di trial che contenevano più espressioni a valenza negativa. Gli errori sono stati interpretati come un errore nella regolazione del comportamento a causa del fatto che le risorse cognitive venivano catturate da eventi emotivamente salienti. Un outcome comune nei bambini precedentemente istituzionalizzati, infatti, è il comportamento chiamato di “indiscriminata socievolezza” (Zeanah, Smyke & Dumitrescu, 2002), che consiste in una reticenza ridotta e un comportamento di approccio atipico nei confronti di tutti gli adulti, inclusi gli estranei. Tizard e Hodges (1978) notarono che questo comportamento era la fonte di lamentele maggiore da parte degli insegnanti, perché i bambini si impegnavano in comportamenti atti alla ricerca di attenzioni, cercando di attrarre l’attenzione degli insegnanti troppo spesso e in momenti inopportuni, in un modo che disturbava l’intera classe.

Amigdala e deprivazione materna precoce

Olsavsky e colleghi (2013) hanno voluto testare l’ipotesi che una deprivazione materna precoce è associata con una attenuazione della discriminazione da parte dell’amigdala tra madre ed estraneo e ad un comportamento di indiscriminata socievolezza. Per fare ciò hanno scelto un gruppo di 75 partecipanti (età media 11 anni), di cui 37 mai istituzionalizzati e 38 precedentemente istituzionalizzati adottati da famiglie negli Stati Uniti tramite adozione internazionale. Dei 75 bambini, solo 67 sono stati inclusi nello studio. La procedura si divideva in due sessioni: la prima includeva misure comportamentali indagate attraverso dei questionari, e la seconda parte in cui veniva svolto il compito all’interno della risonanza magnetica funzionale (fMRI). Il compito sperimentale consisteva nel mostrare ai bambini delle foto a colori della madre (adottiva o biologica) e di un individuo sconosciuto che era la madre di uno degli altri partecipanti. Si è osservato che il gruppo precedentemente istituzionalizzato (PI) mostrava una risposta dell’amigdala equivalente alla madre e all’estraneo. I bambini PI avevano una risposta atipicamente elevata per gli estranei, mentre i due gruppi mostravano risposte equivalenti alla foto della propria madre. Da notare che un’età precoce di adozione era associata ad un pattern più tipico di differenziazione tra madre ed estraneo, mentre bambini adottati ad un età superiore avevano una capacità di discriminazione ridotta. In più, dai questionari era emerso che il gruppo PI mostrava un comportamento di indiscriminata socievolezza, il quale correlava con il pattern di risposta dell’amigdala: partecipanti con una ridotta capacità discriminatoria madre/estraneo tendevano ad esibire un comportamento maggiore di indiscriminata socievolezza.

 

Tratto da: www.stateofmind.it

 

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